CENNI BIOGRAFICI
Nata a Roma nel 1961 sotto il segno dei Pesci con ascendente Leone, Maria Cristina Martini mantiene questo dualismo di natura fantasiosa e artistica contrapposta a una tempra forte e aggressiva in tutta la sua produzione.
Un dualismo che la porta a proporre di frequente soggetti solari dall’anima passionale mediterranea, ma anche immagini più dure di ispirazione celtica.
Un dualismo che caratterizza non solo la produzione artistica ma un po’ tutta l’esistenza di Maria Cristina Martini.
Laureatasi nel lontano 1987 in Lingue e Letterature Straniere Moderne nella prospettiva entusiastica di lavorare girando il mondo (e i viaggi rimangono una delle sue principali passioni) comincia ad operare nel settore dell’arte letteraria, come giornalista prima, quindi in qualità di scrittrice, ed infine fondando una sua casa editrice, la “MMC Edizioni“, continuando a operarvi anche come scrittrice.
È in un secondo momento della sua vita che si avvicina anche alle arti visive ed in particolare alla pittura su porcellana, formandosi presso la scuola/laboratorio romano di Paola Cenciarelli che frequenta per sette anni.
Partecipa inoltre a numerosi corsi di specializzazione e sviluppa nel tempo uno stile personale, di notevole impatto visivo, in costante evoluzione che si arricchisce ogni giorno grazie all’utilizzo di tecniche innovative e ad una instancabile sperimentazione.
Nel 2011 e 2012 ha gestito una Galleria d’Arte nel centro storico di Roma, a due passi dal Colosseo; uno spazio di arte e cultura dal nome “38 MMC Gallery” nel quale ha esposto non solo le sue opere e i libri della sua casa editrice, ma anche opere di altri artisti con un particolare occhio di riguardo nei confronti di quelli emergenti per i quali ha allestito specifiche mostre.
L’attività pittorica ha subìto una interruzione di oltre 2 anni a causa di un grave incidente al braccio sinistro che ha richiesto più interventi chirurgici.
La mobilità del braccio è adesso tornata normale e l’attività è stata da poco tempo ripresa.
L’artista vive ed opera nella sua città natale ed espone in varie località italiane.
STILE (testo critico di Cinzia Martini)
Lo stile delle opere di Maria Cristina Martini può definirsi ECLETTISMO CROMATICO, intendendo con ciò un personalissimo stile, che si attua nella scelta di accostare, in modo anche dissonante, materiali diversi e colori netti, utilizzandoli per rappresentare periodizzazioni e relativi soggetti dalla forte impronta antropologica.
La produzione artistica segue una precisa struttura formale, muovendosi sugli assi cartesiani spazio-temporali della storia umana. Conseguentemente, scelta rappresentativa e modalità di esecuzione spaziano a livello geografico, muovendosi frequentemente in aree di antica tradizione ed antiche civiltà, ma anche attingendo a periodi dalla forte connotazione epica e mitologicamente misteriosa. Ci imbattiamo di frequente, infatti, nella figurazione di una solarità tutta mediterranea ed islamica, ma anche nella inquietante bruma di un angolo nascosto dell’Europa del Nord. E quando sembra di aver localizzato le “radici” dello stile in un placido rifugio nel vecchio continente, il percorso muta e si viene posti con meraviglia di fronte ai misteri delle civiltà mesoamericane o abbacinati dalla luccicanza di una rovente sabbia del deserto africano.
I VIAGGI, la RICERCA e la SETE DI CONOSCENZA sono le tre costanti della vita e dell’opera creativa della Martini, ma ve ne è una quarta che riesce a contenere in sé le altre, indirizzandone tutte le scelte rappresentative: il DECORATIVISMO, intendendo con ciò non l’amore per il “riempimento” vezzoso, quanto invece il riconoscimento che, attraverso la scelta decorativa, l’artigianato espresso da tutte le antiche civiltà è assurto a valore estetico di arte formante.
Caratteristica dell’artista è una volontà caparbia di capire l’elemento luce. Ciò appare evidente considerando la predilezione per la varietà di colori e soprattutto per una diffusa luminescenza nell’abbondante uso di oro, platino e metallici. Dalla quasi totalità delle opere scaturisce una naturale propensione alla ricerca del PREZIOSISMO, sia oggettivo, come nel caso dei materiali, che soggettivo, quale quello della forma, che a volte si spinge verso una sacralità dell’immagine, dal vago sapore “bizantineggiante”, che aleggia verso la maestosità di civiltà ancestrali, non importa se di stampo classico o moderno, poiché queste distinzioni sono solo categorie, a cui non risponde l’universale rapporto storia-uomo-natura.
Appare evidente e del tutto giustificata, dunque, l‘altra caratteristica precipua della produzione di Maria Cristina Martini, ovvero la VOGLIA DI STUPIRE ED EMOZIONARE attraverso quelli che lei stessa si diverte a chiamare “effetti speciali”, effetti che spesso richiedono lunghe procedure esecutive di altissima precisione e numerose cotture dei materiali, ma dalle quali non ci si può esimere per sperare di toccare, nello spettatore, le corde della meraviglia.